foto e report di Battoromos, Edoardo e Antonio, Taziononno
Addì 15 del mese di aprile, Lunigiana
Questa non vuole essere una sfida letteraria al nostro sommo poeta, feritosi durante un trasferimento, bensì il proseguimento del lavoro che così ammirevolmente lui svolge per tramandare ai posteri le mirabolanti imprese de……l’ A.T.E.R.
Chissà perché, ogni volta che mi
preparo per andare in moto, mi vengono in mente i Cavalieri, forse per l’assonanza
di alcuni termini tecnici e, così, indosso la corazza (per proteggermi
nelle eventuali cadute), calzo l’elmo, i guanti,i pesanti stivali dai
rinforzi metallici.
Scendo nella rimessa, controllo i finimenti poi arriva un messaggero di Messer
Tazio, devo far presto, con un movimento deciso del polso sprono la mia cavalcatura.
Quando arrivo al luogo dell’appuntamento loro sono lì ad attendermi:
Messer Tazio, con le pesanti sopravesti delle genti del nord, Messer Paolino
da Rubiera di rosso vestito che, a prima vista, sembra persona schiva e riservata
e Giorgio, nuovo, si fa per dire, compagno di viaggio, un rapido saluto…si
parte.
Lungo il percorso si congiunge a noi il giovane Ciga lunga chioma da Parma e
dopo una breve sosta alla locanda della Cisa proseguiamo speditamente per La
Spezia.. Lì, ad attenderci, troviamo un nutrito drappello di uomini delle
guarnigioni locali. Saremo quasi trenta, un plotone, e insieme a noi due temerarie
donne, loro però eviteranno il percorso polveroso.
Verso le dieci partiamo in una ordinata colonna, iniziamo ad arrampicarci sui
crinali sollecitando le nostre bestie che assecondano i nostri comandi, sollevando
la polvere che, a turno, uno dopo l’altro, avremo modo di assaggiare.
Continuiamo a salire e ad un tratto ci rendiamo conto che Marco da Milano non
è più con noi, forse il suo mastodonte lo ha disarcionato.
La guida Maxx inizia le ricerche, Fabrizio ci invita ad aspettare fino a quando,
miracolosamente, giunge la notizia che ha solo smarrito la retta via, ci si
riunirà a valle.
Di nuovo in sella, di nuovo polvere e sassi, in qualche punto si rischia di
cadere. Il percorso non è particolarmente difficile ma a tratti richiede
perizia, sforzo fisico, ma regala sensazioni forti, paesaggi spettacolari. Proseguiamo
fino quasi alla vetta, circa 1000 metri…inizia la discesa e, giunti nella
radura di Rocchetta Vara, si sosta presso Cuccaro, che con abbondanti libagioni
ci ristora. In loco giunge anche l’Omone, il nostro Frà Tac …pare
abbia un discreto appetito ed è accompagnato dall’accigliata Donna
Lorella che a fatica elargisce sorrisi (non è vero!)
E’ pomeriggio quando decidiamo di riprendere la via del ritorno, insieme
a noi partono Sir Edoardo e Sir Antonio, anziani ma validi cavalieri. Questa
volta percorreremo le vie minori che portano al Passo del Cirrano. Anche in
queste alte terre al confine tra Massa e Parma la natura ci regala quadri meravigliosi,
dalle tinte accese. Un richiamo, la richiesta di aiuto, è Sir Antonio,
il suo cavallo ha perso un ferro e non può proseguire. A correre in suo
soccorso, fortunatamente, Messer Tazio che, anche questa volta, dimostrerà
la sua maestria nell’arte del maniscalco.
Si può ripartire. In un susseguirsi di armoniose curve e dolci declivi
giungiamo a Miano, ultima fermata prima di proseguire verso casa. Durante il
viaggio di ritorno, possiamo ammirare l’imponente castello di Torrechiara
fatto erigere per volere di Pietro Rosso.
Ormai il nostro viaggio sta per concludersi, il sole alle nostre spalle si riflette
negli specchietti, domani ricomincia la solita vita, torniamo ad essere quello
che siamo, ma con 400 chilometri di vita in più.
Alla prossima crociata!
Risposta di Edoardo
Ho letto il reportage del 15!
Prima cosa sono uno degli "anziani seppur
validi cavalieri" partecipanti al giro. E dato che in cavalleria spesso
le idee e i fini collimano tra partecipanti, mi permetto di ringraziarvi anche
da parte del mio amico cavaliere quasi disarcionato, se non fosse stato per
la maestria del "maniscalco" in dotazione a questo gruppo di cavalieri.
Per noi è stata la prima esperienza del genere, infatti ci siamo sempre
gestiti da cavalieri erranti e organizzati solo al momento di affrontare un'avventura.
Come prima esperienza ci è piaciuta, vedremo se considerare questa prima
come investitura per partecipare ad altre. Per ora cerchiamo di inviarvi alcune
foto riservandoci di completare l'invio se questo non avrà successo.
Abbiate pazienza, ma da "vecchi cavalieri" non abbiamo ancora molta
dimestichezza con queste nuove armi e metodi di comunicazione quasi avremmo
preferito il piccione viaggiatore, ma ci adeguiamo come possiamo. A
proposito di piccione c'è tra voi quel cavaliere non più di ieri
con lunghi baffi che chiamava il suo destriero Transalp e che usa il piccione
sebbene abbia l'email, al quale vorremmo recapitaste la foto fatta al passo
del Cirrano (in tema di cavalleria, Cirone realmente)che sfoggiava una lucentissima
armatura, come la nostra, in "geans". Grazie ancora firmato con ceralacca
e timbro: un cavaliere ed anche l'altro anche se non presente.
Edoardo e Antonio